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Sui sentieri della felicità

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Sui sentieri della felicità

"Cercatela, tutti i giorni, continuamente, ...chiunque si metta in cerca della felicità... ce l'hanno data in dono... Guardate in tutti i ripostigli, gli scaffali, gli scomparti della vostra anima ... provate a girarvi di scatto, magari la trovate lì...Noi non ci dobbiamo mai dimenticare di lei, fino agli ultimi giorni della nostra vita!
Roberto Benigni

Sui sentieri della felicità

In occasione della giornata della felicità del 20 marzo del 2017, l' ASPIC di Salerno ha organizzato un convegno dal titolo "Sui sentieri della felicità" presso il Convitto nazionale dalla cui partecipazione sono emersi diversi spunti di riflessione.

La felicità è un'emozione, un vissuto affettivo che l'individuo percepisce dentro di sé e che si manifesta in espressioni somatiche e nel comportamento esteriore. La felicità, in quanto emozione, è la risposta interiore a stimoli esterni più o meno positivi. Gli esperti della psicologia del benessere attivano un ascolto competente e rispettoso quando l'individuo necessita di sentirsi compreso nel momento in cui viene a mancare il suo stato di benessere.

Gli studi americani sulla felicità hanno posto l'accento sulle implicazioni sociali di questa emozione soggettiva considerando il fatto che è possibile renderla stabile attraverso una serie di rapporti interpersonali dove ognuno diventa terapeuta dell'altro, ed anche gli operatori sociali sono chiamati in causa per favorire il più possibile, relazioni positive . Uomini e donne felici rendono una società più felice: un principio valido per le società occidentali in cui, però, è alto l'indice di insoddisfazione. Infatti alcuni studi hanno messo in luce come le tribù Masai hanno un indice di felicità maggiore perché i membri del clan sono legati da un forte senso di appartenenza e riescono a contare l'uno sull'altro in qualsiasi momento. Inoltre sono caratterizzati da una forte autostima derivante dall'auto- efficacia nel procacciarsi ciò che è necessario per la sopravvivenza individuale e collettiva.

La felicità soggettiva individuale è oggetto di studio anche degli economisti moderni secondo un approccio interdisciplinare che vede interessate varie discipline come la psicologia, sociologia e scienze politiche e filosofia, e la misurano con i tipici indicatori economici, quali il reddito, ricchezza e tasso di disoccupazione usando nuovi metodi di indagine diretta come il questionario per individuare l'indice della felicità soggettiva. Secondo questi studi possiamo formulare la teoria del " Paradosso della felicità" che individua un'esigua correlazione tra benessere economico e benessere generale. Gli studi di Cantril (1965) hanno dimostrato che la percezione della felicità di un nigeriano era uguale a quella di un americano. Anche le ricerche successive di Easterlin portarono allo stesso risultato e cioè che, dal confronto tra varie nazioni, si evidenzia che i Paesi poveri non risultano essere significativamente meno felici dei Paesi ricchi e che l'aumento di reddito oltre la soddisfazione dei bisogni, non si traduce in felicità.

Questo è spiegabile grazie al fenomeno psicologico dell'adattamento, secondo cui, una volta ottenuto il bene desiderato, lo stato di soddisfazione tende a tornare al livello iniziale, mentre aumentano le aspirazioni soggettive verso obiettivi maggiori. Inoltre la consapevolezza dei beni altrui, condiziona inevitabilmente il nostro livello di soddisfazione, e, infine, la società consumistica tende a dare importanza all'atto finale del possedere che è quello emotivamente più forte.

Dagli anni '90, gli studiosi delle scienze sociali e psicologiche stanno analizzando il concetto di "bene relazionale" che, in contrapposizione al bene materiale, è basato sull'interazione tra individui nella dimensione dell'incontro. I beni relazionali si identificano con i beni di creatività e di cultura come musica, cinema, teatro, letteratura la cui fruizione presuppone il momento della condivisione.

Il concetto di felicità sociale investe inevitabilmente anche la sfera politica in quanto ancora larghe fasce di popolazione, come donne e giovani, sono esclusi dal mondo del lavoro e la scarsità dei servizi rende ancora piu' difficile il loro inserimento.

La Global Happiness Organization ha messo in rilievo la dimensione sociale e individuale della felicità che sono strettamente collegate e pone i risultati della sua continua ricerca a favore della classe politica per utilizzarla come fondamento delle politiche pubbliche.

Anche l’ articolo 3 della Costituzione Italiana oltre a sancire la pari dignità sociale e l’ uguaglianza dei cittadini, così recita: “ …E’ compito della Repubblica rimuovere gli ostacoli di ordine economico e sociale, che, limitando di fatto la libertà e l’eguaglianza dei cittadini, impediscono il pieno sviluppo della persona…”

I relatori del convegno sopra citato, hanno descritto i fattori individuali di felicità

come l'amore, la nascita di un figlio, una soddisfazione professionale, una gioia improvvisa, ma hanno fatto riferimento soprattutto all'effetto contagioso della felicità e all’ importantissimo ruolo degli operatori sociali che devono farsi promotori e diffusori di felicità. Questa dovrebbe essere una costante della propria vita, il deterrente che tiene unite le persone, che favorisce l'incontro. Esistono varie tecniche e numerosi sono percorsi che possono aiutare a renderci maggiormente felici, nel nostro vissuto quotidiano, come la contemplazione della natura, la tecnica del respiro, la tecnica della risata, abbracciare gli altri, il metodo del ringraziamento, la meditazione spirituale, la pittura, il fare teatro, dedicarsi all'arte e alla cultura, passeggiare nella natura, e persino una corretta e sana alimentazione. Tutti questi percorsi consentono di attaccarsi alla propria parte autentica e soprattutto permettono che l'individuo sia sempre in cammino, dove non conta tanto l'obiettivo quanto il processo. La meta infatti è solo ciò che ci indica la direzione ma non garantisce il successo, mentre il vero ”divertimento” consiste nello sforzo del tentativo, nella voglia di trovare soluzioni creative, aprirci il più possibile a persone che, sulla nostra stessa “lunghezza d’ onda”, possano condividere con noi i nostri piccoli attimi di felicità, ed aiutarci a trovarne la strada.

Dott.ssa Antonella Buonerba
Psicologa, Psicoanalista, Prof.ssa di Filosofia e Scienze Umane - Salerno (SA)


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Dott.ssa Antonella Buonerba Psicologa, Psicoanalista, Prof.ssa di Filosofia e Scienze Umane
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Iscritta all’Ordine degli psicologi della Campania n. 2635/A dal 25 maggio 2006
Laurea in Psicologia (indirizzo Psicologia clinica e di comunità)

 

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