Psicologa, Psicoanalista, Prof.ssa di Filosofia e Scienze Umane | Salerno (SA)

Il gruppo e le sue caratteristiche

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Il gruppo e le sue caratteristiche

Il gruppo e le sue caratteristiche

Nel 1951 lo psicologo inglese, esponente della teoria della Gestalt, Kurt Lewin, definì il concetto di gruppo:
“Il gruppo è un insieme di persone che interagiscono le une con le altre, in modo ordinato, sulla base di aspettative condivise”.
Emerge chiaramente che non tutti i raggruppamenti di persone sono un gruppo. Infatti, si possono definire gruppo: la famiglia, la classe scolastica, le squadre sportive, un team di lavoro oppure una rock band. Gli aggregati sono invece un insieme di individui anonimi che si ritrovano casualmente come una folla in piazza, i pendolari, un pubblico che partecipa ad uno spettacolo.
Un gruppo per essere tale deve possedere una struttura precisa. Tale struttura viene organizzata secondo i principi della Gestalt:

  • Primo principio: un gruppo è diverso dalla semplice somma dei suoi membri;
  • Secondo principio: l’essenza di un gruppo non è la semplice somiglianza tra i membri, ma la loro interdipendenza;
  • Terzo principio: le relazioni fra i membri sono determinanti quanto le caratteristiche dei membri stessi;
  •  Quarto principio: tutti i membri sono fra loro interconnessi e i legami sono forze che risultano fondamentali al sistema.

Le relazioni e le comunicazioni all’interno di un gruppo non seguono regole casuali ma equilibri ben precisi.
Le interazioni all’interno del gruppo si basano su indici e reti di comunicazione:

  • Indice di distanza che dipende dal numero minimo dei legami;
  • Indice di centralità che misura quanto le comunicazioni sono distribuite all’interno del gruppo;
  • Rete a cerchio che favorisce i compiti creativi;
  • Rete a catena in cui si rischia di dare luogo ad errori;
  • Rete a Y che mette in atto comunicazioni efficienti;
  • Rete a ruota dove le informazioni sono trasmesse dal centro.

Il gruppo soddisfa bisogni precisi:

  • Di inclusione quando si dà valore ed importanza ad ogni membro;
  • Di controllo dove ognuno si assume la propria responsabilità;
  • Di affetto dove si stabiliscono relazioni strette e significative.
  • All’interno del gruppo nascono dinamiche positive o negative.


Nel primo caso tutti i membri accettano l’obiettivo comune, ciascuno si prende la responsabilità di quello che succede al suo interno, si tiene in considerazione l’opinione di tutti e non si teme il conflitto.
Tutti i membri sono soddisfatti, il gruppo risulta efficiente con una forte identità.
Quando si stabiliscono dinamiche negative, le persone estroverse prevalgono sugli introversi, il clima generale è di sfiducia, si stabiliscono relazioni improntate sulla possessività e la gelosia, si stabilisce una scala gerarchica di potere e si percepiscono sentimenti di minaccia nel gruppo stesso.
Come conseguenza delle dinamiche negative abbiamo il capro espiatorio e la discriminazione.
Il capro espiatorio è un membro del gruppo su cui si proiettano tutte le aggressività degli altri e questo si verifica quando ci sono tensioni latenti e il gruppo si coalizza contro di lui.

All’interno del gruppo può crearsi un sottogruppo che viene discriminato in virtù di un pregiudizio.
Viene ad esso applicato uno stereotipo, che a causa della sua rigidità può sfociare nella forma estrema della xenofobia o “paura dello straniero”.

BULLISMO

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Il gruppo può mettere in atto azioni di bullismo cioè atti di ripetuta violenza fisica o psicologica agita da un gruppo di giovani verso il loro pari.
Tale fenomeno vede contraddistinti una serie di elementi:

  • Il bullo: colui che agisce con violenza ripetuta;
  • La vittima: colui che subisce;
  • Gli aiutanti: i seguaci del bullo;
  • I sostenitori: coloro che rinforzano la prepotenza del bullo incitandoli;
  • I difensori: coloro che prendono le difese della vittima;
  • Gli spettatori: quelli che non reagiscono e fingono di non vedere.
Il bullismo riguarda tutti i membri di un gruppo di una comunità come ad esempio una classe o tutta la scuola, quindi, non solo quelli che ne prendono parte in maniera evidente come aggressori o vittime.

CYBERBULLISMO

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Il cyberbullismo è un attacco offensivo e sistematico che viene effettuato attraverso i media digitali. E’ caratterizzato dall’anonimato, dall’assenza di confini spaziali e limiti temporali e vi è una totale mancanza di empatia e delle regole etiche.
Può essere attuato attraverso le seguenti azioni:

  • Flaming: messaggi online violenti e volgari;
  • Denigrazione: sparlare di qualcuno;
  • Furto d’identità: farsi passare per un’altra persona;
  • Esclusione: escludere una persona dal gruppo;
  • Cyberstalking: molestie e denigrazioni ripetute e minacciose;
  • Happy slapping: umiliante forma di violenza che si sviluppa con la diffusione dei telefoni;
  • Sexting: diffondere fotografie private di persone nude in pose provocanti.

LA LEADERSHIP

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Tale termine deriva dall’inglese “to lead” che significa dirigere, guidare. Tutti i gruppi hanno bisogno di un leader, per funzionare, che abbia il compito di mantenimento.
Il leader per essere autorevole deve avere le seguenti caratteristiche :

  • Avere fiducia nelle proprie scelte;
  • Godere di credibilità:
  • Saper comprendere;
  • Avere un codice etico;
  • Saper motivare gli altri.

La leadership può essere autoritaria, permissiva o autorevole. La leadership autoritaria ha uno stile decisionale imperativo, quella permissiva espone il gruppo all’inconcludenza, invece quella autorevole, la più efficace, lavora in funzione dell’accrescimento del gruppo.

IL CONFLITTO

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Può essere distruttivo quando deteriora il clima del gruppo e costruttivo quando il gruppo accetta il disaccordo come fattore positivo per il raggiungimento degli obiettivi comuni di lavoro.
COME VIENE GESTITO IL CONFLITTO?
Il conflitto può essere gestito con la fuga quando si ritiene che esso si risolva da sé o si possa evitare; con la lotta quando si impongono regole e norme rigide di comportamento; con la rinuncia parziale che implica un processo di meditazione tra le parti; con la cooperazione che rappresenta la vera soluzione dei conflitti perché si raggiungono i massimi livelli di risultato tra i singoli e il gruppo.

QUALI SONO LE BARRIERE COMUNICATIVE ALL’INTERNO DEL GRUPPO?

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Le barriere comunicative ostacolano la crescita del gruppo se sono reiterate da parte dei singoli membri. Esse sono:

  • Conformarsi: seguire passivamente le riunioni;
  • Dominare: imporre la propria autorità;
  • Cercare lodi: chi vuole attrarre attenzioni;
  • Aggredire: attaccare con ironia;
  • Resistere: tendenza a trovare più ostacoli del ragionevole;
  • Scherzare: chi manifesta scarso interesse;
  • Sfogarsi: quando si cerca di vittimizzarsi;
  • Perseguitare: assimilare un membro di un gruppo o attaccarlo verbalmente;
  • Ostracizzare: escludere o isolare una persona;
  • Essere maldicente: mettere in rilievo colpe o difetti altrui;
  • Umiliare: offendere creando disagio;
  • Essere omertosi: tenere sotto silenzio circostanze dannose.

LE REGOLE SALVAVITA NEI CONFLITTI

Affinché esso diventi un motivo di crescita del gruppo, bisogna fare in modo che non venga congelato, occorre infatti affrontarlo chiedendo spiegazioni o cercando di calarsi nei panni di chi formula una critica e mantenere comunque la calma.

CONCLUSIONI

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Il gruppo influenza profondamente lo sviluppo della personalità del singolo; infatti le relazioni familiari sono determinanti nella formazione dell’individuo che le trasmetterà anche nella nuova famiglia.

Il contesto sociale influisce sulla determinazione del proprio sé nei vari individui in misura diversa a seconda del tipo di cultura cui essi appartengono: nelle culture individualiste, come quella nordamericana e in parte quella europea, il soggetto ricerca la propria realizzazione personale attraverso la valorizzazione delle proprie differenze e unicità; nelle culture collettiviste, come quelle orientali, egli è indotto invece a realizzarsi attraverso le relazioni con gli altri appartenenti ai gruppi.

Studiare i gruppi e il loro funzionamento è di fondamentale importanza per comprendere le personalità individuali e il funzionamento delle società.


Dott.ssa Antonella Buonerba

Docente di Teoria e Tecniche della Comunicazione e Relazione

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Dott.ssa Antonella Buonerba Psicologa, Psicoanalista, Prof.ssa di Filosofia e Scienze Umane
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Iscritta all’Ordine degli psicologi della Campania n. 2635/A dal 25 maggio 2006
Laurea in Psicologia (indirizzo Psicologia clinica e di comunità)

 

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