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L’immagine del web: la net reputation

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L’immagine del web: la net reputation

L’immagine del web: la net reputation

Oggi il web gioca un ruolo importante nel processo di costruzione dell'immagine di sé che si offre agli altri. La rete non solo ha creato la possibilità per l'individuo di uscire dall'anonimato e farsi conoscere da un maggior numero di persone, ma si è rilevato un ambiente caratterizzato dal continuo e diffuso racconto di se stessi, che avviene in modo volontario e involontario, attivo (fatto da sé) e passivo (fatto da altri).

Da ciò si può desumere che l'identità non è qualcosa di unico e definitivo, ma in continua evoluzione; essa cambia a seconda dei contesti ed è un processo selettivo attraverso cui scegliamo le informazioni che vogliamo dare agli altri su noi stessi.

“Conosci te stesso” è l’antico motto greco iscritto sul tempio dell’oracolo di Delfi che ben sintetizza l’esortazione di Socrate a trovare la verità dentro di sé. Ciò è possibile solo interrogandosi sempre su se stessi, riflettere sui condizionamenti che possiamo subire dai contesti in cui ci troviamo a vivere, prendendo consapevolezza della pluralità delle nostre identità.

La rete offre la possibilità di raccontarsi in condizioni di anonimato in cui è possibile differenziare le proprie identità. Costruiamo dei “sé ideali” che spesso sono il riflesso di problemi personali o di conflitti irrisolti del proprio “sé reale”.

Però, il gioco dell’identità può facilmente scivolare nell’inganno fino all’assunzione di identità pericolose. E’ diffusissimo il comportamento per cui si inventano profili molto distanti dalla vera identità che vengono creati anche per intenti criminali.

Si può arrivare a confondere la realtà online con quella offline in cui la rappresentazione di sé non corrisponde al vero sé. Di conseguenza nel mondo virtuale, ricco di relazioni ed interazioni, può essere molto diverso da quello reale in cui si sperimenta spesso una profonda solitudine emotiva ed affettiva.

La creazione di sé ideali e la molteplicità delle proprie identità posso ridursi in frammentarietà. Le troppe identità o identità fittizie portano a non sapere più chi si è realmente.

L’immagine del web: la net reputation

Inoltre si può avere un ripiegamento narcisistico: la persona che tende ad avere un atteggiamento di continua considerazione ed esaltazione di se stesso e concentrerà la sua attenzione in legami virtuali che mirano alla conferma del proprio sé fino a diventare una vera e propria dipendenza.

Un fenomeno molto attuale di dipendenza virtuale è la sindrome di Hikikomori, termine giapponese che significa “stare in disparte, isolarsi”; interessa gli adolescenti della società contemporanea, i quali scelgono di ritirarsi dalla vita sociale reale per lunghi periodi, cercando livelli estremi di isolamento e confinamento, prediligendo unicamente la realtà virtuale, comprese le relazioni con gli altri. Non è solo un fenomeno della società giapponese, ma si sta diffondendo in tutto il mondo occidentale assumendo dimensioni sempre più preoccupanti.

In questa fase del ciclo di vita caratterizzata dalla “sperimentazione identitaria”, i media rappresentano un’occasione per trovare la propria identità ma anche un pericolo concreto in quanto tale fragilità viene spesso strumentalizzata dalla rete per scopi illeciti.

Alcune osservazioni

Di fondamentale importanza riveste il ruolo di genitori ed educatori che non devono mai lasciare soli i ragazzi, in balia delle sollecitazioni continue del mondo del web, ma accompagnarli nella loro graduale acquisizione di autonomia e di senso critico. La responsabilità più grande degli adulti è facilitare la difficile conquista dell’identità dei giovani adolescenti. A tale compito si assolve sin dalla nascita, quando la madre mette in atto una relazione di cura con il suo bambino, di modo che, provvedendo ai bisogni fisiologici, crea i presupposti per lo sviluppo delle funzioni psichiche. In tal modo il bambino acquisisce la fiducia necessaria per sentirsi libero di esplorare il mondo circostante e di costruire, nel tempo, la propria identità, che sarà sempre meno frammentaria e via via più solida, presupposto necessario per l’autorealizzazione.

Ne consegue che l’approccio terapeutico, nei casi di dipendenza dal web, si realizza in una relazione significativa, dove il terapeuta si colloca come figura di riferimento, fonte di sicurezza e accoglienza, capace di stabilire un legame affettivo e di guidare verso una reale autonomia e stabilità emotiva il giovane paziente.


Dott.ssa Antonella Buonerba

Docente di Teoria e Tecniche della Comunicazione e Relazione

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Dott.ssa Antonella Buonerba Psicologa, Psicoanalista, Prof.ssa di Filosofia e Scienze Umane
Salerno (SA) - Avellino - Napoli

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Iscritta all’Ordine degli psicologi della Campania n. 2635/A dal 25 maggio 2006
Laurea in Psicologia (indirizzo Psicologia clinica e di comunità)

 

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