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La psicologia della pubblicità e la pubblicità subliminale

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La psicologia della pubblicità e la pubblicità subliminale

I paradossi

La psicologia della pubblicità è lo studio dei meccanismi e delle tecniche persuasive che si trovano dietro il messaggio pubblicitario e che il pubblicitario, ovvero colui che studia ed elabora dal punto di vista creativo e psicologico la pubblicità, escogita per convincere gli spettatori a comprare il prodotto da lui reclamizzato.

Lo studioso della persuasione occulta Vance Pakard, negli anni Sessanta, ha sostenuto che essa è capace di manipolare la mente delle persone, di far emergere gli impulsi irrazionali, incoraggiando lo sfrenato consumismo, spingendo all’acquisto di nuovi prodotti.

I bambini, in particolare,privi di autocontrollo, perché ancora non sono riusciti a costruirsi un Super-io, diventano, per i pubblicitari, un campo fertilissimo per riuscire a piazzare sul mercato merci, immagini e idee.

Gli esperti di comunicazione pubblicitaria conoscono perfettamente la psicologia dei bambini e sanno bene che gli spot, composti da slogan e musica, ripetuti continuamente, sono facilmente assimilati e memorizzati dai più piccoli; per loro, che non hanno mezzi per opporsi alle tecniche di persuasione, diventa quasi automatico il desiderio di possedere gli oggetti a essi collegati.

Gli esperti sanno, inoltre, che, quando è presentata la pubblicità all’interno di un programma televisivo, il bambino, per effetto del meccanismo psicologico dell’identificazione, oltre al ruolo di spettatore, assume e svolge anche quello di protagonista, cosicché con il suo comportamento condiziona l’adulto e lo coinvolge a livello emotivo.

I bambini di oggi saranno gli adulti di domani e perciò i pubblicitari tentano di fare in modo che i piccoli si abituino a utilizzare i prodotti che un giorno consumeranno.

La tecnica pubblicitaria, oltre a informare e a persuadere, suggerisce anche le associazioni simboliche, agendo così, sulla nostra immaginazione e scatenando desideri e bisogni. Le associazioni simboliche fanno acquisire ai prodotti pubblicizzati significati particolari: l’acquisto di un’automobile, per esempio, diviene uno strumento per ottenere prestigio sociale, sicurezza emotiva, stima e considerazione o senso di potenza.

L’oggetto pubblicizzato diventa uno status symbol.

La pubblicità è una grande fabbrica di miti e di simboli, che devono essere associati a un prodotto da vendere. I valori più frequentemente propagandati nella nostra società sono la giovinezza, la bellezza, la velocità, la forma fisica.

Associare a questi valori dei prodotti in commercio significa proporre al consumatore una falsa equivalenza: ”Se possiedi una macchina molto potente, sei una persona potente”, “Se acquisti un oggetto di valore, vuol dire che anche tu vali molto”.

Il consumatore è, perciò, costretto inconsciamente a mettere in moto i processi di compensazione e di identificazione: cerca cioè di compensare le sue carenze psicologiche oppure di identificarsi con un’altra persona con un prodotto.

La firma di uno stilista o di un personaggio famoso e il marchio di un prodotto diventano, così, sinonimo di distinzione e di qualità; anzi, offrono, a chi lo acquista e lo utilizza, la possibilità di riconoscersi e di rassicurarsi psicologicamente.

Il pubblico, infatti, è spesso attratto inconsciamente da tutti quegli elementi che rispondono alle sue aspirazioni e aspettative. I pubblicitari, pertanto, per persuaderlo, devono conoscerne i gusti e le tendenze.

In uno spot pubblicitario, nulla è introdotto a caso: le parole e le immagini sono abbinate e combinare efficacemente, per ottenere appunto di risultati certi e convincenti.

È importante, perciò, che gli adulti educhino i bambini a utilizzare criticamente i messaggi pubblicitari, affinché siano attrezzati culturalmente contro le sofisticate tecniche pubblicitarie.

Cosa invece si può fare contro la pubblicità subliminale?

Secondo l’autrice della seguente esposizione sulla Pubblicità Subliminale poco o nulla in quanto essi agiscono a livello inconscio attivando bisogni ancestrali.

Mi piace però concludere con una delle raccomandazioni di Epicuro, il filosofo greco il quale afferma che per vivere felici occorre soddisfare solo i bisogni naturali e necessari di modo che essi, contrariamente a quelli non necessari e non naturali, effimeri e dannosi per l’uomo, possano essere sempre pienamente soddisfatti.

MESSAGGI SUBLIMINALI - Un viaggio verso l’inconscio (PDF)


Dott.ssa Antonella Buonerba

Docente di Teoria e Tecniche della Comunicazione e Relazione

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Dott.ssa Antonella Buonerba Psicologa, Psicoanalista, Prof.ssa di Filosofia e Scienze Umane
Salerno (SA) - Avellino - Napoli

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Iscritta all’Ordine degli psicologi della Campania n. 2635/A dal 25 maggio 2006
Laurea in Psicologia (indirizzo Psicologia clinica e di comunità)

 

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